Maria è una giovane messicana da poco rientrata da un viaggio in Italia che pare le abbia cambiato la vita, come spesso succede nel corso di queste esperienze.
In questo post, che ho tradotto per voi dallo spagnolo, Maria ci regala una serie di impressioni sull'Italia, gli italiani autoctoni e quelli residenti in Messico.
Spero che dalla sua testimonianza si possa poi generare un bel dibattito nello spazio dei commenti.
Ti lascio la parola Maria, raccontaci tutto!
In questo post, che ho tradotto per voi dallo spagnolo, Maria ci regala una serie di impressioni sull'Italia, gli italiani autoctoni e quelli residenti in Messico.
Spero che dalla sua testimonianza si possa poi generare un bel dibattito nello spazio dei commenti.
Ti lascio la parola Maria, raccontaci tutto!
“Stai
attenta agli italiani”, mi ammonirono, ma era già tardi, ormai il
mio cuore è rimasto là, in Italia.
In
Messico i ristoranti in stile italiano spopolano; servono pizza,
pasta e cappuccino e i messicani, che non sono grandi intenditori, li
frequentano e mangiano piatti che non hanno niente a che fare con
l'Italia vera; pochi fra loro hanno avuto la fortuna di sedersi ad
un'autentica tavola italiana che è differente dai giardini toscani
che si vedono rappresentati nei film di Hollywood.
Nel mio
caso si è trattato di una sala da pranzo di un modesto appartamento
di Milano con i mobili ornati di suppellettili e ricordi di una
famiglia vera; persone che, come molte altre, soffrono la crisi
economica e gli alti e bassi che essa comporta.
Eppure mi
hanno invitato a cenare con loro offrendomi quello che mangiano tutti i
giorni: pasta cotta perfettamente al dente, petto di tacchino alla
salsa di mele, vino, frutta, dolce e caffè. Durante il mio viaggio,
sono stata anche in buoni ristoranti però la qualità delle cene
famigliari li supera tutti.
Ci sono
messicani (ne ho conosciuti due) che, quando vanno all'estero,
soprattutto in Europa soffrono per la mancanza di tortillas e tacos.
Su questo aspetto io non sono come loro. L'ho spiegato anche alla
signora Liliana, che mi ha ospitato e a cui sono affezionatissima.
Le raccontavo che i messicani fanno colazione con tamales e poi amano mangiucchiare tutto il giorno soprattutto ai banchetti di strada. Lei però si meravigliava perché quando parlavo dei messicani dicevo “loro” e non “noi”.
La
ragione è che sono cresciuta in una famiglia discendente da
emigranti europei; ogni giorno, in casa, usiamo olio di oliva,
basilico e la colazione è a base di pane tostato e caffè. Non
ascolto le hit messicane, non sono una devota della Vergine di
Guadalupe, non mi interesso di arte messicana e faccio fatica a
comprendere alcuni aspetti delle culture indigene.
Insomma
mi sento ancora un po' europea e per me non è difficile rinunciare a
tortillas e peperoncino sostituendoli con i piatti della deliziosa
cucina italiana.
In
Italia, devo confessarlo, mi pareva tutto bellissimo; c'erano
meraviglie ad ogni angolo; dalla magia della colazione al bar, alle
strade, ai musei, al cielo.
Tutto ciò
che gli italiani dipingono, pensano, mangiano, dicono è speciale ai
miei occhi.
Alcuni
messicani credono che, per parlare italiano, basti imitare l'accento
e aggiungere la terminazione “cini” alla fine di ogni parola. Non
hanno idea di cosa sia l'Italia odierna e sarebbe importante
conoscerla perché nei prossimi anni prevedo una forte migrazione
italiana in Messico.
Il mio
paese piace agli italiani, hanno il vantaggio di godere dell'effetto
“Quetzalcòatl”, come lo definisco io, ovvero la preferenza da
parte dei messicani per gli stranieri.
Un
esempio? Gli argentini in Messico hanno sempre successo; cominciano
come camerieri e finiscono a lavorare in televisione. Quando i
messicani sentono un accento straniero, stravedono. Gli italiani sono
in ritardo “nell'invaderci” però, presto o tardi, lo faranno.
In
Messico gli uomini italiani sono dipinti come persone temperamentali
che parlano sempre a voce alta, giocano bene a calcio, cantano con
voce roca, sono donnaioli e cattivi mariti, però dotati di grande
fascino. Questo non si può negare; un italiano che parla d'amore non
ha rivali. Un consiglio pratico se volete conquistare una messicana?
Ditele qualsiasi cosa nella vostra lingua e vi garantisco il successo
al 90%.
Personalmente,
fin da bambina, credo che gli italiani siano quelli che si vestono meglio di
tutti, che hanno un senso estetico insuperabile; sono i discendenti
dell'Impero Romano, dai cui poi si ricavano certi film che i miei
genitori non mi facevano vedere.
A casa mia si seguiva lo show di Raffaella Carrà, si ascoltavano artisti come Umberto Tozzi, Al Bano. Inoltre mi hanno sempre parlato di Venezia e dei suoi tesori d'arte.
A casa mia si seguiva lo show di Raffaella Carrà, si ascoltavano artisti come Umberto Tozzi, Al Bano. Inoltre mi hanno sempre parlato di Venezia e dei suoi tesori d'arte.
Ora non
vedo l'ora di tornare in Italia e girarla da cima a fondo: mi ha
incantato.
Alcuni
italiani residenti in Messico mi assicurano che se io mi trasferissi
in Italia per un lungo soggiorno la mia opinione sul paese
cambierebbe. Si lamentano sempre della crisi economica, di un governo
che non offre futuro ai giovani, della disoccupazione, del fatto che
i politici guadagnano troppo.
Queste
preoccupazioni mi suonano famigliari perché risultano essere parte
della nostra realtà ma pare anche che nessuno faccia niente per
cambiare lo stato delle cose.
Ogni
volta che vedo un reportage di giovani italiani appena usciti
dall'università e senza lavoro, la loro ingenuità mi fa quasi
tenerezza; non vogliono fare i camerieri perché sono laureati ma qui
in Messico anche chi ha studiato lavora con quello che c'è, anche se
si tratta di un lavoro umile e precario.
Ho notato
inoltre alcuni dettagli del comportamento degli italiani che ne
evidenzia il loro senso di superiorità. Per esempio al ristorante,
chiedere gli avanzi da portare via, per gli italiani è davvero
inaccettabile mentre in Messico lo fanno tutti.
Andare
dal lustrascarpe? Disturba profondamente l'idea di un uomo che lavora
a livello dei piedi di un altro uomo; è troppo umiliante e quindi
non ci vanno.
E poi
domandano: “Perché sono le cinque del pomeriggio e c'è ancora
gente che mangia al ristorante?” Loro sono rigidi sugli orari dei
pasti: colazione alle sette, pranzo all'una, cena alle otto. In
Messico invece si mangia a tutte le ore e peggio nei fine settimana.
“Mangi
la pasta con il pane? Ma sei matta?” Questo è stato il momento più
imbarazzante del mio soggiorno in Italia, mi tolsero il pane di
fronte a tutti e mi ammonirono: “Non si mangia la pasta con il
pane.” Non lo farò mai più, lo giuro!
Infine vi è
il capitolo del caffè. E' come una religione per gli italiani. La
maggioranza di loro rinuncia al caffè piuttosto di bere un caffè
lungo stile americano; sostengono che è una cattiva abitudine
trasmessaci dai gringos che lo bevono come fosse un tè disgustoso.
Un giorno un italiano mi ha insegnato a fare il caffè espresso; mi
disse che non avrei saputo cosa fosse il caffè fino al momento in
cui lo avrei provato in Italia e aveva ragione. Ora capisco la
sofferenza degli italiani quando ordinano un caffè o un cappuccino
in Messico.
Nonostante
queste privazioni, gli italiani hanno avuto la fortuna di arrivare in Messico da
privilegiati. Insistono a dire che la vita è migliore qui. E' gente
che a Città del Messico lavora a Polanco, Santa Fe,
Las
Lomas, presso le maggiori multinazionali; frequentano ristoranti
cari, vivono in appartamenti di lusso e insomma fanno la bella vita
dei ricchi; uno stile di vita a cui il messicano medio non può
aspirare nonostante abbia la stessa preparazione accademica.
Mostra il
tuo passaporto europeo e le porte ti si apriranno.
E io
sembro una Messicana? No non sembro una messicana tipica; in Italia
si aspettavano che avessi tratti indigeni e si sorprendevano quando
dicevo loro che le mie nonne erano bionde e con gli occhi chiari. Mi
diedero il soprannome di Pancho Lopez e mi chiedevano se era vero che
in Messico ci sono narcotrafficanti dappertutto.
Al
principio pensavo che in Italia sarei stata discriminata, almeno in
Lombardia dove la gente è un po' boriosa e ci sono molti immigrati
sudamericani. Spesso sentivo le persone che si lamentavano degli
immigrati e non avrei voluto, un giorno, essere vittima di
aggressioni o insulti.
Perché
quindi desiderare di vivere in Italia?
Buona
domanda; perché mi sento in sintonia con gli italiani, fra loro non
mi sento diversa, e le loro abitudini quotidiane mi aiutano a
completarmi come persona. Il cibo non mi fa male, nei supermercati
vendono bresaola, ciò che si vede camminando per le strade italiane
è la mia migliore psicoterapia e mi da molta pace.
E
nonostante la grammatica che mi sembra impossibile (è un anno che
studio la lingua), voglio tornare e rimanere lì molto tempo fino a
quando, le mamme italiane mi avranno insegnato a cucinare.
mi fa piacere che ti sei trovata bene in Italia.Sicuramente e' il paese europeo che assomiglia di piu' al Mexico.Non c'e' dubbio che c'e' una grande intesa e affinita' tra i nostri popoli.
RispondiEliminaMi hai fatto ridere e anche commuovere quando dici che vuoi imparare a cucinare da una mamma italiana.Speriamo di non perdere queste nostre belle tradizioni culinarie.
Conosco bene il Mexico perche' ci vado da circa 15 anni e mi sono fermato sempre per tanto tempo.Insomma lo posso dire:
"Que viva Mexico"