Otto marzo, festa della donna.
Ad
Aguascalientes probabilmente è stata festeggiata la ricorrenza con
qualche cerimonia ufficiale e qualche bel discorso.
Io, quel giorno, ero seduto sulla sedia
del lustrascarpe e leggevo il giornale. Tra notizie di cronaca
nera e rosa, c'era un editoriale che ha catturato la mia attenzione.
Era scritto da una donna e parlava della condizione femminile in
Messico in una società ancora maschilista.
Anziché scagliarsi sugli uomini, come
spesso succede in questi casi, la giornalista bacchettava il gentil
sesso.
E' inutile, sosteneva, scandalizzarsi e
lamentarsi per il comportamento degli uomini che dominano con la
prepotenza la vita famigliare, quando la situazione si crea per un
patto implicito; ti permetto di fare il maschilista sempre e quando
io posso fare la mantenuta.
Per mantenuta la giornalista definiva
una donna che vive con i soldi del marito e usa tali risorse
economiche per permettersi capricci come viaggi, vestiti e accessori.
Il permettersi certi lussi, in Messico,
apre le porte all'alta società che si misura con il potere
economico. Ne ho parlato diverse volte sul blog, qui e qui, per
esempio.
Il rovescio della medaglia, è
convivere con il maschilismo che si manifesta con mariti controllori,
quelli che chiamano la moglie dieci volte al giorno e vogliono sapere
dove sono, con chi sono, cosa stanno facendo e a che ora torneranno
o mariti che permettono alla moglie di
lavorare sempre e quando si dedichino a tempo pieno alla cura dei
figli.
Durante una conversazione a casa di
amici, mi hanno riferito il caso di una signora, una nota conduttrice
radiofonica, il cui marito è un importante avvocato. Gente di Alta
alcurnia, come si dice qui.
Un giorno però nella loro opulenta
casa si verifica un guasto. Chissà per quale strana ragione, il
cesso perde e si allaga il bagno.
Il personale di servizio ha il giorno
libero e bisogna agire in fretta. L'avvocato non ha alcuna
esitazione. Esorta la moglie a prendere uno straccio, chinarsi e
pulire. La moglie protesta. Lui ribatte che lo deve fare, è suo
compito, e di avvertirlo quando ha finito.
La “povera”
donna così si china e lavora di straccio. Dopo però telefona ad un amico
e, in lacrime, racconta quanto si è sentita umiliata.
Questo è maschilismo soft; pura
violenza psicologica.
E' evidente la bolla di sapone sul
quale si sostiene l'intero sistema sociale.
A volte, mi sono permesso
di farlo notare a qualcuna e mi sono sentito rispondere: “Sì, lo
so, ma non dirmi di più. A me tutto questo piace, senza di questo
non c'è niente”.
Ma torniamo al nostro articolo; la giornalista
esorta le donne a non essere dei vuoti serbatoi di capricci materiali
ma dare contenuto alla loro vita. Essere donne e diventare donne.
Presentarsi agli uomini da pari e non da accessori costosi.
Eppure la società messicana è ancora
distante da questo modo di pensare. La settimana scorsa, per esempio,
una signora mi ha confidato che di lì a poco si sarebbe sposata. Era
molto felice e la rendeva particolarmente lieta che il futuro marito
si era impegnato a pagare tutti i conti domestici, la retta della
scuola dei suoi figli e lei avrebbe potuto stornare il suo stipendio
(non alto), ai suoi capricci.
Ecco come si entra leggeri nelle gabbie
dorate per poi non uscirne più.
0 commenti:
Posta un commento
Che ne pensi?