Lo scorso semestre una studentessa (lastessa della storia delle sigarette), si scusò per una sua assenza.
Come d'abitudine si dilungò in una
giustificazione che durò quasi un quarto d'ora; un quarto d'ora
rubato alla lezione d'italiano ma prezioso per capire certi
meccanismi della psicologia messicana.
Tutto cominciò qualche mese prima,
quando il fratello della studentessa fu sottoposto ad un piccolo
intervento chirurgico.
Il problema si presentò subito dopo
l'operazione con la comparsa di febbre e
malessere. Il fratello non
si recuperava e quindi, la famiglia preoccupata, si riunì per decidere sul da farsi.
Il padre suggerì di coinvolgere Dio in persona.
Molti messicani (e non solo) sono convinti che l'Onnipotente possa
intervenire nelle faccende umane risolvendole a favore di chi lo ha
invocato.
Se la osserviamo, con occhi freddi e
distaccati, questo genere di preghiera priverebbe ogni prova umana di
sportività. Per esempio, ad un concorso pubblico, vincerebbe chi ha
pregato più forte anche se meno meritevole di altri, oppure una
fanciulla si vedrebbe innamorata di un tale (ottimo pregatore) che,
in circostanze normali, non si sarebbe filato.
Ma ho anche letto qualcosa sulla
potenza di un rituale sulla motivazione psicologica che forse è la
chiave di lettura per comprendere molti fenomeni.
Per coinvolgere il padreterno e
pregarlo per la guarigione del fratello, bisognava quindi andare in
chiesa e pregare. Va detto che nemmeno l'intervento divino, da queste parti, è gratis.
Il Dio del Cielo e della Terra,
creatore dell'universo e Signore del tempo, per queste cose, si muove
sempre sotto compenso. Bisogna insomma fare una promessa solenne che,
qui in Messico, si chiama Manda.
Nel caso specifico, la famiglia si
impegnava, in caso di avvenuta guarigione del fratello, ad andare a Puebla
nella parrocchia di Tepeaca, comprare una statuetta di plastica del
Santo niño doctor, un Gesù bambino vestito da medico con tanto di
stetoscopio e uniforme ospedaliera, famoso per le guarigioni concesse
a chi lo invocava e depositare la statuetta di plastica del valore di
un paio di euro ai piedi dell'altare.
Dopo la solenne promessa in chiesa, la
febbre che tormentava il fratello scomparve, egli recuperò
velocemente le forze e poté lasciare l'ospedale.
La vita della famiglia ritornò alla
normalità e le giornate trascorsero fra gli impegni quotidiani, le
scadenze e i vari progetti.
Dopo due mesi il fratello tornò ad
ammalarsi. Gli altri membri della famiglia capirono subito cosa stava
succedendo, L'Onnipotente, colui che muove le galassie e i sistemi
stellari, aveva dato un'occhiata all'altare della parrocchia di
Tepeaca e si era reso conto che mancava una statuetta alla sua
collezione, così si era adirato e aveva rivolto la sua collera contro
il povero fratello precipitandolo nuovamente nella malattia.
Certo, in
famiglia, avevano tutti intenzione di onorare la Manda non appena si
fosse presentata l'occasione ma si erano fatti prendere dal tran tran
quotidiano ed era passato del tempo.
Capita la lezione,
i nostri, si misero in viaggio, comprarono la statuetta, pregarono e ringraziarono.
Dio
osservò dall'alto dei cieli la statuetta Made in China e si compiacque così, pochi giorni dopo il fratello riacquistò la
salute.
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