Cosa abbiamo bisogno per stare bene?
Soldi e sicurezza, direbbe qualcuno puntando il dito sulla
traballante politica italiana. In questi tempi però è un po' come
chiedere un cavallo vero a Babbo Natale. Credo si possa investire in
una nuova mentalità, un modo di vivere la realtà che ci permetta di
realizzarci in un'epoca dove tutto cambia velocemente.
Diceva Seneca: “Se hai paura di
essere povero, vai a dormire sotto un ponte.” Sembra illogico ma è
proprio così; se vogliamo crescere, dobbiamo metterci in problemi
seri.
Un paese emergente dell'America latina è uno scenario adatto per affrontare le paure che si annidano nei nostri cuori.
Anche Pino Cacucci, commentando il suo libro: “La polvere delMessico”, ha affermato che questo paese è stato per lui una
palestra di vita.
Se mi osservo è impressionante come, in
questi quasi tre anni di permanenza, lontano da casa, il mio modo di
concepire il mondo sia cambiato. Ecco quindi una specie di intervista
al me stesso di quando vivevo in Italia e al me stesso di oggi.
Dove vivi?
In Italia: Nella confortevole casa dei
genitori, con foto rassicuranti alle pareti, buone cose da mangiare
nel frigo e uno splendido servizio di lavanderia.
In Messico: In una casa semplicissima,
con mobilio minimo, qualche ora al giorno di acqua corrente e, quando
piove, gocciola acqua dal tetto. Questo però mi ricorda che devo
lavorare sodo se voglio migliorare le mie condizioni di vita.
Con chi vivi?
In Italia: Con i miei genitori che
rompono le palle ma mi aiutano nelle scelte difficili.
In Messico: Con la mia ragazza. Ogni sera siedo sul letto e prendo
le decisioni necessarie per il domani.
La politica ti aiuta?
In Italia: No di certo! Io sto penando
per colpa di Berlusconi, delle sue signorine, per la corruzione, il
mal governo, una visione miope sul futuro, la perdita dei valori.
Insomma non è colpa mia.
In Messico: La politica è più o meno
come quella italiana o peggio. Il clientelismo, il nepotismo, il
populismo non sono nemmeno considerati vizi del sistema. Nessuno però
mi obbliga a rimanere. Se ci sono, è per mia scelta, nel bene e nel
male.
E quando ti senti giù?
In Italia: Beh, c'è sempre qualcuno a
cui posso confidare i miei dispiaceri; la famiglia e gli amici, per
esempio. Oppure posso accendere la televisione guardare un talk show,
posso leggere un quotidiano e subito mi sento circondato da altri,
simili a me, che si lamentano per gli stessi motivi.
In Messico: A volte posso confidarmi
con qualche amico, ma senza esagerare. I lunghi monologhi, qui,
annoiano. Più che parlare del problema, posso concentrare le mie
energie nell'impresa di risolverlo.
Come consideri l'Italia?
In Italia: E' la repubblica delle
banane, fanalino di coda dell'Europa, nessuno la considera un paese
rispettabile, aspettiamo solo il collasso finale che purtroppo non
tarderà.
In Messico: L'Italia è il paese dal
quale provengo. Il mio modo di essere, di pensare, di agire ne è
fortemente condizionato. Se scopro in me qualche difetto nazionale,
posso lavorarci sopra. Essere una persona rispettabile nel mondo è
piuttosto semplice; bisogna solo mantenere la parola data, essere
puntuali, gentili e discreti.
E il tuo futuro?
In Italia: Boh!
In Messico: Ogni giorno investo in me
stesso. Annoto ciò che succede, faccio piani, sono ottimista. Anche
se non so cosa mi aspetta domani, il cammino è interessante e, tutto
sommato, divertente.
ciao, ti seguo da parecchio, la penso come te e finalmente è arrivato il momento, mio marito parte per il Messico
RispondiEliminaIn bocca al lupo!
EliminaChe bel libro "la polvere del mexico"...mi ha appassionato fin nelle ossa.
RispondiEliminaNoi Italiami dovremmo fare tutti una sorta di "leva miltare" e fare almeno un mese in Messico. O in un qualsiasi altro stato del mondo. Io dico Messico perchè lo adoro, adoro il mare, il sole e la sabbia borotalco. Ma l'esperienza, anche se non ci sono ancora stato, è una cosa che voglio e devo fare. Grazie per le voste dritte. Questo paese, va ricostruito da zero. Ma agli Italiani sta bene così.. ma a me sta stretto.
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