Ogni anno migliaia di
messicani passano la frontiera statunitense, più o meno legalmente,
alla ricerca di fortuna. In dollari, anche i lavori più umili
diventano economicamente convenienti, e quindi vale la pena compiere
un viaggio rischioso.
A nessuno piace vivere in
miseria così i flussi migratori scorrono dai paesi poveri verso
quelli benestanti; si fa rotta laddove ci sono i soldi, sognando le
meraviglie che un giorno ci si potrà comprare.
Il sogno americano, si
diceva una volta.
C'è qualche messicano
però che non si sente soddisfatto della vita a stelle e strisce e,
nonostante abbia avuto successo, e sia, a tutti gli effetti,
cittadino degli Stati Uniti, dopo pochi o molti anni fa ritorno a
casa.
Le difficoltà che lo
spingono a compiere questo passo sono diverse:
Il clima. A nord fa molto
freddo, nevica e per chi è nato in fra cieli azzurri e se la passava
in maniche corte tutto l'anno, ciò può risultare eccessivamente
sgradevole.
Le distanze. Lavoro pagato
in dollari sonanti ma distante. Ogni giorno, c'è chi si fa tre ore
di macchina per raggiungere l'ufficio. (tre ore di andata e tre di
ritorno). Qui si parla letteralmente di vivere per lavorare. L'unica
ora di svago si trascorre davanti alla tv con in mano una birra
fredda.
I messicani invece sono un
popolo socievole ed amante della famiglia e senza il lato sociale
della vita si deprimono.
Il tipo di lavoro. Pare
che, grosso modo, negli Stati Uniti solo il 40% della popolazione sia
soddisfatta del proprio lavoro, la maggioranza lavora aspettando il
week end. Forse è così dappertutto ma se nella vostra vita avete
avuto questo tipo di esperienze, sapete di cosa sto parlando.
Discriminazione. Il
sistema americano è giusto ed equo, ciononostante, nella realtà
quotidiana, ci sono ancora i neri, i latini, gli asiatici e i bianchi
con le rispettive differenze e contrasti. Checché si dica, alcuni
messicani si sentono, a torto o a ragione, discriminati.
Lingua. Le comunità
messicane negli Stati Uniti fanno fatica ad integrarsi. Non tutti
imparano l'inglese e alcuni soggetti possono vivere anche decenni nei
quartieri latini parlando solo spagnolo. Nel lungo periodo ciò si
rivela svantaggioso e poco competitivo.
Assenza dei parenti. Molti
messicani amano i parenti e organizzano eventi e feste per vederli e
stare insieme; includendo tutti gli zii, i cugini, consorti e nipoti,
si possono facilmente mettere insieme un centinaio di persone. Le
famiglie grandi hanno il vantaggio di aiutarsi reciprocamente,
specie nell'allevare e custodire i figli. Una giovane mamma
messicana, nel cuore degli Stati Uniti, si può sentire davvero sola
e sperduta.
In questi due anni ad
Aguascalientes, mi sono imbattuto solo in due casi di messicani che,
dopo un lungo soggiorno negli States, hanno fatto ritorno a casa. Il
primo era un maestro di inglese che sognava ancora il suo bar
californiano ma che dovette capitolare di fronte alle insistenze
della moglie che voleva l'aiuto di sua madre e delle sue sorelle per
crescere i figlioletti.
L'altra è invece una
signora che dopo otto anni a Chicago insieme con la famiglia è
tornata ad Aguascalientes.
Io ho commentato:
“Deve essere stata una
decisione difficile”.
“Sì”, ha detto “Dopo
aver deciso, mio marito ed io, non abbiamo guardato indietro neppure
per un momento.”
Beh, in effetti a Chicago...con il fresco che fà...
RispondiEliminaBeh, in effetti a Chicago...con il fresco che fà...
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